STUDIO LEGALE CARBONE – L’ESTERNALIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO Avv. Antonella Carbone, Managing Partner Studio Legale Carbone

Parliamo della esternalizzazione del rapporto di lavoro. Un tema molto caldo, molto importante per le
Aziende perché l’esternalizzazione, detta ousourcing, offre sicuramente all’Azienda importanti vantaggi. Il
primo sicuramente è quello che comporta l’esternalizzazione, vale a dire l’affido di determinati compiti e
quindi generalmente di professionalità oppure attività ricomprese in uno specifico ramo d’azienda, ad
aziende terze. Quali sono i vantaggi per l’imprenditore? L’imprenditore, affidando appunto le attività
inerenti a un proprio ramo d’azienda, ad esempio la catena produttiva, a una società appaltatrice ha
ovviamente il vantaggio di non avere un costo fisso. Vale a dire che il personale gli costerà un tot, stabilito
da un contratto, e non avrà tutte le problematiche che possono essere inerenti alla gestione in proprio del
rapporto di lavoro.
Quindi questa forma -in realtà- sta attecchendo molto. Ci sono delle società che si occupano specificamente
di outsourcing; io ne seguo alcune, e questo offre ovviamente dei vantaggi all’imprenditore che sa
esattamente quanto gli costerà la gestione di quella determinata attività e quindi sulla base di quella, può
anche ovviamente implementare magari altri rami della sua azienda.
Qual è il punto fondamentale per l’imprenditore che intende approcciarsi a questa particolare gestione dei
rapporti di lavoro? Innanzitutto, il mio consiglio è quello di affidarsi a Società ben radicate, non le
Cooperative che possono magari offrire minori garanzie; ma le Società, ma anche Cooperative purché siano
ben strutturate, con una forza lavoro propria piuttosto importante.
Questo perché la novella legislativa del 2017 ha introdotto una responsabilità solidale tra committente e
appaltatore. Mentre la disciplina previgente prevedeva che fosse solo il datore di lavoro o l’impresa
appaltatrice a essere responsabile delle retribuzioni, del TFR dei lavoratori, quindi del mancato pagamento
delle differenze retributive, la novella legislativa del 2017 ha invece imposto una responsabilità solidale
piena. Il che vuol dire che la società committente può essere chiamata in giudizio dai dipendenti
dell’appaltatore per gli stipendi e per le attribuzioni per il TFR non pagati. Quindi, per ovviare a questa
problematica, sarà necessario anche in questo caso predisporre contratti mirati che prevedano dei controlli
efficaci e ripetuti da parte del committente nei confronti della ditta appaltatrice; per verificare la regolarità
dei rapporti di lavoro e la regolarità dei pagamenti in favore dei dipendenti dell’appaltatrice.

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