Transizione di genere: contesto e prospettive all’evento organizzato dal Team Pari Opportunità di Andersen

Milano – 15 settembre 2022

Ieri, presso la sede di Milano di Andersen, studio di consulenza fiscale e legale e di advisory finanziaria che conta più di 12.000 professionisti in oltre 380 sedi nel mondo, si è svolto l’evento Diversity, inclusion e contesto normativo – Diritti civili e barriere amministrative: il rispetto e la valorizzazione delle differenze per supportare il capitale umano nelle aziende. Una tavola rotonda, organizzata dal team Pari Opportunità di Andersen, sulle tematiche dell’inclusione di genere nei contesti professionali e della loro gestione nelle aziende, anche sotto il profilo organizzativo e amministrativo.

Moderato dal giornalista Federico Chiara, culture editor di Vogue Italia, l’incontro ha visto riuniti sul palco guest speakers che hanno raccontato il tema da più prospettive, stimolando le imprese e gli ospiti presenti sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale, per accrescere la competitività e rispondere alle esigenze della comunità.

Partendo dalla trama del lungometraggio Nel Mio Nome, scritto e diretto da Nicolò Bassetti (scrittore e regista), narrazione corale sull’esperienza di transizione da femmina a maschio di quattro amici, durante l’evento promosso da Andersen, Chiara Buonvino (Equality, Diversity & Inclusion leader di IKEA Italia) e Simona Aleo (People & Culture manager di IKEA Brescia) hanno raccontato le policy attuate da IKEA Italia per un’azienda inclusiva, equa e a misura di ogni collaboratore.

Matteo Bassetti, consulente aziendale su gender diversity, ha approfondito il quadro sulle barriere burocratiche e sul contesto normativo, per stimolare le riflessioni sull’adozione di misure inclusive nelle imprese che desiderano cercare prospettive diverse, imparare dalla diversità, essere aperte e guadagnare la fiducia dei dipendenti.

“In qualità di consulenti aziendali – ha dichiarato Andrea De Vecchi, CEO di Andersen, nel suo saluto di apertura – crediamo sia nostra responsabilità spronare i clienti ad avvicinarsi quanto prima a queste tematiche. Le aziende che attuano principi di sostenibilità ESG si trovano spesso in posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti: hanno maggiori opportunità di mercato con quelle imprese che cercano fornitori ‘sostenibili’, sono più competitive nei pitch e attrattive verso gli investitori e nel recruitment, vengono riconosciute per il proprio impegno dagli stakeholder. Per non parlare della possibilità di attrarre talenti nel recruitment. Infatti, secondo i dati Istat 2020-2021 il 12,6% delle persone che si dichiarano omosessuali o bisessuali non si è presentato a un colloquio di lavoro o non ha fatto domanda poiché pensava che l’ambiente lavorativo sarebbe stato ostile al suo orientamento sessuale”.

Il 26% delle persone che si dichiarano omosessuali o bisessuali afferma che il proprio orientamento sessuale ha rappresentato uno svantaggio nel corso della vita lavorativa in almeno uno di questi ambiti: retribuzione, avanzamenti di carriera, riconoscimento delle capacità professionali. Riguardo alla discriminazione in fase di accesso al lavoro, una persona su tre dichiara di aver vissuto tale esperienza; invece, con riferimento allo svolgimento del proprio lavoro, il 34,5% dei dipendenti o ex dipendenti sostiene di aver subito almeno un evento di discriminazione. Infine, il 17,4% di chi ha subito discriminazione nell’attuale/ultimo lavoro dipendente ha intrapreso una qualche azione (legale, di conciliazione sindacale, ne ha parlato con i responsabili, ha chiesto che venissero presi provvedimenti nei confronti dei responsabili, ha cambiato lavoro/ufficio/mansioni o altro tipo di azione) – fonte: Istat 2020-2021. A questi dati, si aggiungono quelli relativi alla parità uomo-donna contenuti nel Global Gender Gap Report 2021del World Economic Forum che posizionano l’Italia al 63° posto su 156 Paesi analizzati.

“Attraverso l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione, Andersen desidera creare un luogo di lavoro accogliente – ha concluso De Vecchi – al fine di sviluppare al meglio le capacità di ciascuno, senza che queste siano limitate da condizionamenti derivanti da genere, origine, inclinazioni e scelte personali. Con la creazione del team Pari Opportunità abbiamo voluto dare un forte segnale di attenzione sui temi della responsabilità sociale e della relazione fra questa e la massima efficienza di un’organizzazione aziendale. Pensiamo che la diversità sia un vantaggio anche per la nostra attività: background e punti di vista diversi di team eterogenei, quando non sono fonte di divisione, avversione o altre forme di ostacolo allo sviluppo sereno delle carriere, favoriscono la generazione di idee, il lavoro di squadra e l’efficienza funzionale”.

Il team Pari Opportunità di Andersen nasce per rispondere a esigenze crescenti di inclusione e tutela. Andersen ha ritenuto di primaria importanza, in questo momento storico particolarmente complesso, operare in modo che le condizioni strutturali dello studio permettano davvero di garantire a tutti le stesse opportunità. Con la volontà di rimuovere gli ostacoli che impediscono spesso una concreta parità sostanziale fra tutte le componenti dello studio, a prescindere da sesso, razza, età, origine nazionale, orientamento sessuale, cultura, istruzione, esperienza professionale e di vita etc.

I commenti dei protagonisti della tavola rotonda:

“Equality, diversity e inclusion sono alla base della visione strategica e dei valori IKEA – ha commentato Chiara Buonvino, Equality, Diversity & Inclusion leader di IKEA Italia –. Quando riconosciamo le differenze e garantiamo l’uguaglianza, stiamo creando una cultura nella quale le persone possono sentirsi se stesse. Un impegno che ci vede in prima linea a partire dall’ambiente di lavoro per i nostri co-worker perché vogliamo fare in modo che ogni persona si senta accettata, rispettata, supportata e celebrata per la propria unicità, a casa, sul posto di lavoro, ovunque”.

“Come azienda che ha il privilegio di entrare nelle case di milioni di italiani ogni giorno, sentiamo la responsabilità di promuovere un reale cambiamento culturale, a partire dalle persone che rendono ogni giorno IKEA un posto migliore, i nostri co-worker – ha dichiarato Simona Aleo, People & Culture manager di IKEA Brescia –. Dall’uguaglianza di genere, all’inserimento e all’integrazione di persone con background differenti, alla creazione di un ambiente di lavoro che valorizzi e assicuri la crescita dei talenti, rispettando e valorizzando le loro unicità: a tutte queste priorità corrispondono progetti concreti con obiettivi misurabili che portiamo avanti con orgoglio”.

“L’editoria di moda, e la fashion industry in senso lato – ha commentato Federico Chiara, culture editor di Vogue Italia – sono per fortuna fra i settori apripista in termini di inclusion e diversity perché danno naturalmente spazio a donne che rivestono ruoli di potere, così come alle persone lgbtq+. Negli anni mi sono trovato a raccontare storie di persone non binarie e adolescenti transgender, associazioni che promuovono talenti creativi di etnie e religioni diverse, eventi con speaker e protagonisti disabili. Mi considero fortunato per questo. Il mio spettro di valori e di soluzioni creative si è potuto ampliare e mi ha reso più consapevole di quanto, anche nelle aziende di altri settori, le pratiche inclusive debbano essere messe all’ordine del giorno”.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha sottolineato Nicolò Bassetti – afferma che il genere tipicamente descritto come maschile e femminile è una costruzione sociale che varia a seconda di epoche e culture. OMS riconosce l’arbitrarietà della tassonomia binaria delle istituzioni sociali. E apre la porta a una revisione profonda del paradigma della differenza sessuale. Nella realizzazione del film – ha aggiunto il regista – il mio sguardo ha esplorato oltre le leggi del gender. Non è stato un percorso facile. Nella vita di tutti i giorni, in famiglia, a scuola, sul lavoro, in ogni momento e in ogni luogo, esistono aspettative sociali di genere. E c’è sempre qualcuno pronto a dirti come devi essere chiamato, riconosciuto, classificato. Oggi però è iniziata la decostruzione, il crollo dell’idea che si debba normare la mascolinità e la femminilità, l’eterosessualità e l’omosessualità. Il senso di questo film è semplice: ognuno deve essere libero di essere chi si sente di essere”.

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