Nella scelta di un Collaboratore, quindi nel reclutare, quello che mi ha sempre condotto è l’uomo.
L’uomo nel senso di essere umano, perché in realtà la mia Direzione è prevalentemente femminile, ma non solo la preparazione didattica, la conoscenza tecnica che naturalmente è molto importante, ma proprio la caratteristica umana: la capacità di dedizione, di sofferenza.
Vi racconto un aneddoto. In una delle ultime selezioni che feci, eravamo arrivati a due candidati finali, di cui uno brillava proprio per competenza: il classico 110 e lode, che per carità è un merito intendiamoci, una forte preparazione nelle materie e sostanzialmente, non lo nego, era dei due il mio candidato preferito. Il Responsabile della selezione, oggi è in pensione, un’esperienza di grandissima nel suo lavoro, quando gli dissi chi era il mio preferito, lui mi rispose “Stefano, prendi l’altro. È un bravo ragazzo, non ti deluderà.”
Mi sono fidato. Perché comunque ti devi fidare di chi fa un’attività di mestiere, e aveva ragione.
Un bravo ragazzo, una persona capace di superare le sofferenze.
Torno un secondo sul 110 e lode: è certamente un elemento di merito, ma tante volte dietro un voto minore magari c’è una difficoltà, aver dovuto lavorare mentre si studiava, aver passato un periodo di sofferenza. Io cerco l’uomo, dopodiché l’uomo con la competenza è il top.
D’altra parte, un’Azienda come Mediaset, è sempre in grado di assicurarsi la competenza specifica migliore sul mercato.
E non si può pensare di poter prendere una persona che sappia tutto di tutto al 100%, quindi quello che conta alla fin fine è l’essere umano.
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