Fisco, EY-SWG: serve una riforma di sistema

ROMA, 12 luglio 2023.

L’84% degli intervistati ritiene fondamentale una riforma profonda e sistematica dell’intero sistema fiscale italiano. È quanto emerge dall’ultima edizione della rilevazione effettuata da EY e SWG per indagare le aspettative di manager e opinione pubblica sull’impatto delle riforme previste dal PNRR, con un focus sulla riforma fiscale. L’indagine sarà presentata oggi a Roma, nel corso dell’EY Tax Day, con l’intento di stimolare il dibattito sulla riforma fiscale con i rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e delle imprese.

Stefania Radoccia, Managing Partner di EY Tax & Law in Italia, in apertura dell’incontro ha affermato: “I dati evidenziano che, tra le diverse riforme previste dal PNRR per il rilancio del Paese, è aumentata l’importanza attribuita da opinione pubblica e manager alla riforma fiscale che assume grande rilevanza al fine di aumentare l’attrattività del Paese nei confronti delle imprese straniere (+20%) e migliorare la competitività delle imprese italiane (+18%). Allo stesso tempo, per il 45% dei manager il miglioramento del funzionamento delle istituzioni passa dalla riforma della Pubblica Amministrazione e per un quarto degli intervistati sarà importante anche la riforma della giustizia. In questo momento, in cui gli sforzi del governo italiano sono concentrati sulla riprogrammazione di risorse e progetti, è fondamentale non perdere il focus sulla trasformazione del Paese in un’ottica di equità, efficienza e competitività”.

Analisi della percezione del fisco italiano da parte di manager e opinione pubblica: un sistema che va profondamente riformato

L’analisi conferma una valutazione complessivamente negativa del sistema fiscale italiano, con alcuni segnali di miglioramento rispetto alle rilevazioni precedenti: in particolare, rispetto allo scorso anno, aumenta la quota di popolazione e manager – rispettivamente dell’8% e del 15% -secondo la quale il sistema fiscale italiano si sta avvicinando alle esigenze di famiglie e imprese. In avanzamento anche la percezione della vicinanza dell’Agenzia delle Entrate: il 57% degli intervistati (contro il 46% del 2020) ritiene che l’Agenzia stia evolvendo verso un ruolo di “partner” delle grandi imprese; il 26% ritiene che sia vicina a commercianti e artigiani (contro il 15% del 2020).

Tuttavia, l’89% dei manager continua a ritenere che la complessità del sistema fiscale italiano sia un ostacolo alla competitività internazionale delle imprese italiane e l’86% degli intervistati dichiara che tale complessità ostacola l’ingresso in Italia di imprese straniere interessate ad investire nel Paese.

Sul tema dell’evasione, l’83% degli intervistati ritiene che bisognerebbe essere più severi con chi evade e, tra gli strumenti ritenuti maggiormente efficaci nella lotta all’evasione, elencano: la possibilità di detrarre tutte le spese documentate (per il 48% del campione) e il rafforzamento dei sistemi di controllo incrociato tra le diverse banche dati anche con l’ausilio di sistemi di Intelligenza Artificiale (42%). Rimane alta la preoccupazione dell’opinione pubblica per l’aumento progressivo del debito accumulato dallo Stato (82% degli intervistati contro l’80% del 2020).

Riforma del fisco: la direzione è quella giusta per i manager italiani, ora serve portarla a compimento

Il campione esprime una valutazione decisamente positiva del processo di riforma fiscale in atto, oggi più delineata rispetto a quanto si ipotizzava un anno fa: il 52% dei manager intervistati (contro il 31% del 2022) ritiene il processo di riforma in corso vicino alle esigenze delle imprese e il 45% (contro il 35% dello scorso anno) lo ritiene adeguato alle esigenze delle famiglie e delle persone.

Il 40% dei manager si aspetta una semplificazione, che renda il sistema più equo (32%) e riduca la pressione fiscale sui contribuenti (30%). I manager invocano soprattutto una maggiore stabilità normativa (83%) e una limitazione della decretazione d’urgenza (75%). Inoltre, per migliorare il rapporto con il contribuente, oltre un terzo degli intervistati ritiene prioritario ridurre le attuali tax expenditure (le oltre 700 esenzioni fiscali esistenti). Fondamentale anche il rilascio di circolari di sistema a seguito di consultazione pubblica da parte dell’Agenzia delle Entrate (30%). Ampio anche l’accordo (quasi il 70%) attorno all’ipotesi che la riforma porti ad una differenziazione di norme e procedimenti in base alle dimensioni di impresa, nonché all’allargamento dei parametri di accesso alla Cooperative Compliance (quasi il 60% dei manager).

Infine, cresce la consapevolezza della necessità di adeguare il sistema fiscale per favorire la transizione ecologica: l’88% dei manager intervistati (contro il 73% del 2022) ritiene fondamentale legare il livello di tassazione anche all’impatto ambientale prodotto dalle aziende per garantire una svolta green reale e sostenibile; l’85% (contro l’80% dello scorso anno) ritiene giusto che le aziende che inquinano di più abbiano una tassazione più elevata a compensazione dei danni arrecati all’ambiente.

Davide Bergami, Partner di EY Tax & Law e Business Development leader Italia, ha commentato: “I dati della survey chiariscono senza ombra di dubbio che il sistema Fisco è esso stesso un’infrastruttura strategica del Paese in grado di fungere da volano per la promozione di un partenariato tra investitori pubblici e privati. In tal senso, la fiscalità ha già dato prova di poter supportare al meglio le strategie del sistema Paese per fronteggiare situazioni di permacrisi. Serve ora il coraggio di una revisione e sistematizzazione, tanto ampia quanto profonda, dei principali istituti giuridici, ponendo al centro il supporto alla generazione di ricchezza che solo la certezza di regole giuste e condivise può garantire. L’obiettivo della riforma appare giustamente molto ambizioso e basato su un ampio spirito riformatore, in grado di coniugare necessità nazionali con sviluppi unionali e internazionali, per ridisegnare dalle fondamenta un Fisco olistico, capace di rafforzare il tessuto economico-sociale, migliorando la competitività complessiva del sistema Paese. L’esperienza ci insegna che il Fisco è un importante fattore nella dinamica che costruisce fiducia tra Stato e cittadini (persone fisiche, giuridiche ed enti), tenendo conto delle sfide geopolitiche da coniugare con nuovi paradigmi di competitività fiscale. Un Paese competitivo necessità di una fiscalità strategica in grado di generare benefici sia per l’Amministrazione finanziaria nelle sue varie articolazioni sia per i contribuenti virtuosi”.

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