New York University trionfa con Hogan Lovells nel pluridecennale contenzioso su Villa La Pietra, sede del campus fiorentino dell’Università e sulla Collezione Harold Acton

Lo studio legale internazionale Hogan Lovells ha assistito New York University (“NYU”) nella vittoria della causa promossa davanti al Tribunale di Firenze da una famiglia italiana (Liana Beacci e i suoi eredi) che aveva reclamato diritti ereditari su Villa La Pietra e la collezione d’arte contenuta al suo interno (nonché sulle altre quattro ville della tenuta, il giardino e i terreni circostanti). Il Tribunale, invece, ha affermato la piena proprietà di tutti i beni in capo alla università americana.

 

Le tenuta di Villa La Pietra e la collezione d’arte furono lasciate da Sir Harold Acton alla sua morte, nel 1994, a NYU. In linea con i desideri di Sir Harold Acton, NYU ha continuato a sviluppare Villa La Pietra come un importante centro culturale e di formazione universitaria, che ha spesso ospitato leader mondiali. NYU ha dedicato anni al restauro di Villa La Pietra, dei suoi giardini e della collezione d’arte, oltre che alle connesse attività di catalogazione, archiviazione e documentazione.

 

Il patrimonio devoluto a NYU è composto da Villa La Pietra e altre quattro altre ville, circondate da 37 acri di giardini e terreni, e dalla collezione d’arte, costituita da oltre 6000 opere d’arte, tra cui molti dipinti (inclusi una pregevole opera del Vasari e dipinti su tavola), arazzi, sculture e arredi antichi. La tenuta di Villa La Pietra fu acquistata da Hortense Acton, una ereditiera americana che sposò Arthur Acton, suddito inglese: dalla loro unione nacque Sir Harold Acton.

 

Dopo quasi 30 anni di contenzioso, il Tribunale di Firenze ha accolto gli argomenti difensivi di NYU, rigettando tutte le domande degli eredi Beacci.

 

Il giudice fiorentino ha correttamente ritenuto che gli asseriti diritti ereditari di Liana Beacci rispetto alla successione paterna fossero da valutare in base alla legge inglese (sia Arthur che Harold Acton erano cittadini inglesi). Poiché la legge inglese applicabile non garantisce diritti ereditari ai figli naturali e, in ogni caso, stabilisce che essi vanno azionati entro 12 anni, il Tribunale ha affermato che Liana Beacci prima, e i suoi eredi poi, non possono vantare alcun diritto sul patrimonio ereditario di Arthur Acton (né su quello di Harold Acton).

Il Tribunale ha quindi respinto le domande degli attori e affermato che Villa La Pietra (e gli altri beni immobili) e la collezione d’arte lasciati da Harold Acton sono e restano di NYU.

 

NYU è stata assistita dal team italiano di contenzioso sui grandi patrimoni di Hogan Lovells, guidato dalla socia Francesca Rolla e che include il counsel Alessandro Borrello e l’associate Vincenzo Donadio. Nel panel difensivo anche il prof. Giuseppe Vettori e il costituzionalista padovano prof. Giandomenico Falcon.

 

La presidente di NYU Linda Mills ha affermato: “Questo è un giorno straordinario che NYU aspettava da quasi trent’anni. Siamo entusiasti della decisione del Tribunale”.

“L’impatto che questo lascito ha avuto per NYU è enorme, ha dato un grande impulso alla visione globale di NYU e ha fornito le basi per la strategia e la presenza globale che caratterizzano oggi NYU”.

“Fin dai primi momenti in cui Villa La Pietra è arrivata a NYU come liberalità testamentaria di Sir Harold Acton, abbiamo preso molto sul serio la nostra gestione della proprietà. Il restauro intrapreso da NYU e la programmazione educativa, accademica e civica che abbiamo sviluppato hanno contribuito a ripristinare lo splendore di questa magnifica tenuta e a rispettare la visione di Sir Harold. Villa La Pietra continua a contribuire alla straordinaria vita culturale di Firenze”.

“Voglio ringraziare i legali che ci hanno assistito negli ultimi 30 anni, che ci hanno portato finalmente a questa grande vittoria”.

 

Francesca Rolla commenta: “La decisione, ben motivata, pone fine a una disputa di lunga durata sulla piena proprietà di NYU sulle Ville e la collezione d’arte Harold Acton. Siamo molto soddisfatti anche perché il Tribunale ha accolto pienamente le nostre argomentazioni: sia sulla applicabilità della legge inglese e sui suoi effetti nel caso concreto, sia sulle conseguenze della inerzia di Liana Beacci – protrattasi per oltre quarant’anni – nell’azionare i propri asseriti diritti”.

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