Ripensare le modifiche al regime dei lavoratori impatriati, non solo nell’ottica di cogliere le proposte di revisione delle commissioni parlamentari riunite, ma anche proprio di mantenere nella sostanza invariata la misura di queste agevolazioni, ormai consolidate e gradite sia ai lavoratori impatriati sia anche al mondo dello sport. È uno degli spunti emersi ieri durante la presentazione del libro “Riforma fiscale”, edito da Giuffre FL all’incontro di approfondimento sullo stato della delega organizzato a Milano dallo studio DLA Piper.
Con riguardo alla residenza fiscale delle persone fisiche, hanno evidenziato i professionisti dello studio, il riferimento al luogo dove si sviluppano le relazioni personali e familiari del contribuente sembra tralasciare del tutto la valorizzazione degli interessi di natura economica e non convince in toto. Stessa cosa per l’equivoco riferimento alle “frazioni di giorno”, che andrebbe proprio abbandonato. Quanto ai criteri di individuazione della residenza fiscale delle persone giuridiche, è emersa la necessità di un coordinamento di tale requisito in rapporto agli attuali processi di dematerializzazione della ricchezza e dei centri decisionali, nonché con le norme internazionali, anche in tema di stabile organizzazione.
Positivi i commenti relativi alla norma sul reshoring, che peraltro segue un trend internazionale, cavalcato pure dagli Stati Uniti, anche se restano da chiarire le modalità operative e c’è una autorizzazione Ue da portare a casa. Bene anche il riconoscimento del regime PEX per i non residenti, che tuttavia dovrebbe essere esteso anche ai soggetti non europei e dovrebbe rappresentare l’occasione per un freno alle contestazioni in tema di beneficiario effettivo e abuso del diritto delle strutture con holding intermedie, note soprattutto al mondo dei grandi investitori internazionali.
