Malasanità: il Tribunale di Siena approva il risarcimento per decesso da infezione ospedaliera di una paziente ricoverata per protesi all’anca

Una fatale consecutio di errori terapeutici e chirurgici nella gestione della paziente: è questa l’accusa mossa dalla difesa della famiglia rappresentata dallo Studio Legale Chiarini

26 gennaio 2021 – Due importanti strutture ospedaliere di Siena e Roma sotto i riflettori per un caso di malasanità del 2014 che ha portato al decesso di una signora sessantenne, concluso negli scorsi giorni con un risarcimento per la famiglia, approvato dal Tribunale di Siena per una fatale consecutio di errori terapeutici e chirurgici nella gestione della paziente. Una vicenda, purtroppo come tante altre e non a lieto fine, che ha coinvolto una donna 64enne affetta da grave coxoartrosi all’anca sinistra con deformazione della cavità acetabolare e della testa femorale.

Il percorso clinico era iniziato nel 2013 in una struttura privata di Siena, a cui la paziente si era rivolta per sottoporsi all’intervento chirurgico di protesi d’anca, avvenuto poi a dicembre. A seguito di complicazioni post-operatorie e ad un aggravio della situazione clinica dovuta alla somministrazione errata di un farmaco, viene consigliato alla donna il ricovero presso un’altra struttura del Gruppo, a Roma, all’interno della quale però si scopre la presenza di un’infezione. Da qui in poi il peggioramento fino al decesso, avvenuto pochi mesi dopo.

A seguire la famiglia della paziente con un iter giudiziale, avviato nel 2016, è stato l’avv. Gabriele Chiarini, Managing Partner dello Studio Legale Chiarini di Urbino, specializzato nel risarcimento danni da medical malpractice o cosiddetto medmal.
La storia clinica della paziente è stata segnata da un fattore eziopatogenetico fondamentale di natura iatrogena: il sanguinamento eccessivo del sito chirurgico, determinato da un errore terapeutico nella somministrazione della profilassi antitromboembolica” ha commentato l’avv. Gabriele Chiarini, legale della famiglia. Questo ha dato il via ad una cascata di eventi avversi via via più gravi, che non sono stati fronteggiati con la dovuta prontezza ed hanno infine portato al decesso della donna, matura ma non anziana. Si è trattato di una serie di criticità che, come spesso accade in materia di malpractice medica, hanno sì preso abbrivio da una défaillance individuale, ma a un certo punto sono divenute inarrestabili perché le misure di sicurezza dei due ospedali privati – pur obiettivamente di eccellenza – non sono state in grado di individuarle e neutralizzarle per tempo. Il fattore organizzativo, infatti, è imprescindibile per garantire la sicurezza delle cure, come peraltro sta dimostrando anche la drammatica esperienza della pandemia. Per questa ragione l’onere risarcitorio è stato posto a carico, in pari quota, sia delle strutture sanitarie sia delle assicurazioni dei chirurghi ortopedici che avevano effettuato l’intervento”.

Il Tribunale di Siena ha deliberato un risarcimento, inclusi interessi e spese, di 588mila euro a carico delle due strutture sanitarie e delle assicurazioni dei due chirurghi ortopedici.

Un tema di grande attualità, quello della responsabilità sanitaria e del risarcimento del danno alla persona da errore medico, che invita a riflettere sul fenomeno delle morti evitabili nelle strutture mediche e sulle azioni che potrebbero e dovrebbero essere messe in campo per ridurne il numero. Soprattutto in un Paese come l’Italia che resta il fanalino di coda, in Europa, per infezioni ospedaliere.

In Primo Piano

Le brevi

La Newsletter di Law Talks

Accetto l'informativa sulla privacy

I Vostri video

Per video corporate, video presentazioni, convegni, videonewsletter, contatta la Redazione per maggiori informazioni.

Più Info