Cartone ondulato, parte la class action contro il “cartello”

E’ partita la class action a tutela delle aziende italiane che hanno acquistato cartone ondulato nel periodo tra il 2004 e il 2017 dopo che l’Antitrust ha individuato un cartello tra i produttori di fogli e di cartone ondulato.  Per le aziende italiane che hanno acquistato questo tipo di materiali a fronte del sovrapprezzo pagato si profila ora la possibilità di ottenere un rimborso dai cartellisti   fino al 20% o più di quanto pagato in eccesso e recuperare i danni subiti. Nel 2019 ben 34 aziende sono state sanzionate e sebbene le decisioni dell’Antitrust siano state impugnate i recenti giudizi hanno confermato l’impianto accusatorio e le sanzioni.

Secondo unilegion, società specializzata nell’organizzazione di azioni legali collettive,  la filiera alimentare italiana, che comprende produttori, industria, grande distribuzione e aziende del canale Horeca,  è tra le più colpite dal cartello. Sono oltre un centinaio le realtà italiane che hanno aderito al progetto di unilegion per un giro di affari annuo di quasi 6 miliardi di , di queste l’86% appartengono al settore del Food & Beverage.

Il settore dell’agroalimentare, che comprende ortofrutta, prodotti freschi e lavorati, bevande, pesce, carni e pollame, è quello più colpito dal cartello in quanto rappresenta il maggior mercato di sbocco per il cartone ondulato, che viene usato come imballaggio principale (60,5%). Se poi si considera che le imprese sanzionate sono per lo più di grandi dimensioni e rappresentano la quasi totalità dei produttori di cartone ondulato presenti a livello nazionale (con una quota di mercato di circa il 90%) l’estensione del danno è facilmente riconducibile all’intera filiera agroalimentare: dai produttori agricoli all’Industria della trasformazione, dalla Grande distribuzione al Consumatore finale, fino, non ultimo, al settore Horeca.

Al momento unilegion sta raccogliendo l’adesione di numerose aziende, anche grazie al supporto di associazioni di categoria e consorzi. L’ Azione legale collettiva è infatti la via più sicura ed efficace per ottenere i risultati sperati. Chi ha aderito alla class action e coloro che decideranno di aderire non dovranno anticipare alcuna somma: è, infatti, unilegion ad assumersi tutti i costi associati al contenzioso, comprese le spese legali, le spese per gli economisti della concorrenza, le spese processuali ed ogni altra spesa necessaria. Solo ed esclusivamente in caso di vittoria, la società percepirà un contributo alle spese, che sarà minimo date le dimensioni del caso, e una provvigione sul recupero.

«L’importo del sovrapprezzo pagato varia a seconda dei casi, ma è stimabile tra il 10 e il 20% o più del prezzo di acquisto corrisposto per i prodotti oggetto del cartello» spiega – Luisa Capitanio Country Manager per l’Italia di unilegionInoltre, quando si scopre come in questo caso che il cartello si è protratto per un lungo periodo di tempo, vanno aggiunti gli interessi maturati, la rivalutazione monetaria e il mancato profitto (lucro cessante) che può arrivare fino al + 50% del danno originario. A titolo esemplificativo, quindi, un’azienda che abbia acquistato scatole di cartone per un volume di 500.000 euro all’anno per 14 anni (dal 2004 al 2017), per un totale di 7 milioni di euro, pagando un sovrapprezzo indicativo del 15% potrebbe anche ricevere fino a 1,5 milioni di euro di risarcimento, o più».

Anche il settore Non-Food, che rappresenta circa il 40% del mercato di sbocco del cartone ondulato, è rimasto danneggiato. Pertanto, anche gli operatori dell’industria degli elettrodomestici, di quella metalmeccanica, farmaceutica, cosmetica, dell’igiene, così come il settore dell’edilizia e dell’arredamento hanno potenzialmente diritto a sostanziali richieste risarcitorie.

Cartelli di grande rilevanza come questo tendono, inoltre, a influenzare tutto il mercato che si adatta inevitabilmente al rialzo dei prezzi. «È un fenomeno – continua Capitanio –  che viene comunemente chiamato effetto ombrello e che ha conseguenze di vasta portata sull’intera economia. I prezzi volontariamente gonfiati, infatti, si traducono in un aumento dei costi per le imprese e soffocano l’innovazione e la crescita. Pertanto, ci aspettiamo che non solo le aziende che hanno acquistato direttamente dai membri del cartello, ma anche quelle che hanno acquistato da non membri (costretti a loro volta ad aumentare i prezzi sulla scia dei cartelli) possano chiedere il risarcimento ai cartellisti “.

«Il cartello del cartone è uno dei più grandi mai scoperti in Italia e come tutte le pratiche sleali rappresenta una grave minaccia per la concorrenza leale. Partecipare all’azione collettiva significa anche contribuire attivamente a ripristinare equità nel mercato, facendosi promotori di una concorrenza leale e di una sana crescita dell’economia.».

Data la complessità e la rilevanza degli interessi in gioco non è consigliabile agire da soli nei confronti dei fornitori sanzionati ma è preferibile aderire ad un’azione collettiva specialmente se il rapporto di fornitura è ancora in essere. L’azione  necessita infatti del coinvolgimento di specialisti che operano nel settore legale (contenzioso,  ed antitrust) analisti economico-finanziari ed esperti nella quantificazione dei danni. In Italia la società ha stretto un accordo di collaborazione con lo studio legale Trevisan & Cuonzo, leader nel contenzioso ad alta complessità tecnica, e l’avvocato Nicolò Manzini. Per la consulenza economica unilegion si appoggia a Charles Rivers Associates (CRA).

“Un’azione collettva  – sottolinea Luisa Capitanio– permette alle parti coinvolte  di far valere i propri diritti con maggiore forza, le rivendicazioni di più aziende che congiuntamente si aggregano in un’azione collettiva consente di ottenere anche maggiori risultati. Ma le ragioni per aderire a questa class action vanno ben oltre le motivazioni meramente economiche e pratiche. «Le aziende del cartello  sono già state sanzionate – conclude Capitanio, ma se però nessuno dei danneggiati si fa avanti per chiedere il rimborso, è possibile che in futuro si verifichi un reiteramento della condotta sleale».

Per aderire alla class action è sufficiente che le aziende firmino un accordo di partecipazione e forniscano le fatture delle scatole di cartone acquistate durante il periodo del cartello. Per maggiori informazioni si rimanda alla landing page dedicata www.unilegion-cartone-ondulato-classaction.it.

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