Associazione T6, nuovo Studio dei Tempi dei Tribunali italiani: nel 2022 definito il 10% in più delle procedure esecutive

In occasione del Convegno Nazionale “Tra riforme e trend del mercato immobiliare”, l’Associazione T6 – Tavolo di Studio sulle Esecuzioni Italiane – ha presentato la settima edizione dello “Studio dei Tempi delle Esecuzioni Italiane” che vuole fornire un’analisi dettagliata e specifica della durata delle procedure esecutive a livello nazionale. Durante l’evento, che ha registrato il tutto esaurito, ospiti ed esperti si sono confrontati in un dibattito sulle tematiche relative al complesso sistema del mercato immobiliare.

Lo studio conferma che, dopo l’inevitabile rallentamento nella fase più acuta della crisi sanitaria determinata dal Covid-19, i miglioramenti in termini di definizione delle procedure esecutive sembrano avere carattere permanente. Già nel 2021, il numero di procedure chiuse aveva registrato un aumento rispetto all’anno precedente ed il 2022 segna un ulteriore incremento: si passa infatti da 66.111 procedure del 2021 alle 67.970 del 2022. Se si considera il campione esaminato delle procedure effettivamente definite, la percentuale di incremento è ancora maggiore: nel 2022 risultano infatti chiusi 49.615 fascicoli, con un aumento di circa il 10% rispetto ai 44.652 conclusi nel 2021.

Per quanto riguarda le modalità di definizione, il 51% delle procedure si è chiuso con un’aggiudicazione, mentre più del 35% si definisce prima della fase di vendita per una definizione stragiudiziale ed il restante 14% si risolve comunque senza aggiudicazione per altre cause di estinzione.

A livello di tempistiche, la durata media complessiva per la chiusura delle procedure risulta molto simile a quella registrata nel corso del 2021 (4,97 anni nel 2022 contro i 4,69 anni per l’anno precedente). Anche per le singole modalità di chiusura viene confermato un lieve incremento nella durata: i tempi medi delle esecuzioni definite con aggiudicazione sono pari a 6,31 anni e quindi in leggero aumento rispetto ai 6,22 del 2021; analogamente la conclusione delle procedure in via stragiudiziale è mediamente in 3,77 anni ed anche in questo caso registra quindi un leggero incremento rispetto ai dati 2021 che indicavano un tempo medio di 3,55 anni.

Aree geografiche e tribunali più performanti

La nuova edizione del report conferma un importante divario tra Nord e Sud, che si manifesta in termini di durata complessiva delle procedure ma soprattutto con riferimento ai tempi di vendita giudiziale. In particolare, si segnala come il Nord Est sia ancora la zona più virtuosa con una media di 5,01 anni, mentre il Sud e le Isole si posizionano in coda con una media, rispettivamente, di 7,16 e 7,55 anni.

Per quanto riguarda i singoli tribunali, invece, al primo posto troviamo Gorizia, con 2,6 anni di media per giungere all’aggiudicazione. Il secondo e il terzo posto sono occupati a pari merito da Ferrara e Trieste (2,8 anni). Chiudono la top cinque dei tribunali più performanti a livello nazionale Savona (quarta piazza con 3,3 anni di media) e Mantova (quinta con 3,6 anni).

Federico Cecconi, Professore Cnr e Coordinatore Comitato Scientifico dell’Associazione T6, ha commentato: “Rispetto ai precedenti studi, quest’anno abbiamo preso in esame solo i procedimenti che risultano effettivamente conclusi nell’anno 2022 e in linea generale possiamo confermare che i miglioramenti in termini di tempistiche per la definizione delle procedure esecutive, rispetto al periodo pandemico, mostrano un carattere permanente. Abbiamo anche evidenziato come la durata media delle procedure sia a livello nazionale che per area geografica sia molto vicina ai livelli registrati lo scorso anno. La nuova sfida da cogliere, adesso, potrebbe essere avvicinare le performance del Sud a quelle dei tribunali delle aree settentrionali del Paese”.

Laura Pelucchi, partner La Scala Società tra Avvocati e referente commissione esecuzioni immobiliari dell’associazione T6, ha aggiunto: “I risultati di questa nuova edizione dello Studio dei Tempi ci confermano che il trend dei tribunali italiani, almeno in termini di capacità di definizione delle procedure, è sicuramente in miglioramento e che siamo pertanto ormai prossimi al tanto atteso ritorno alla normalità. Nei prossimi anni bisognerà quindi capire se, anche grazie alle modifiche introdotte con la recente riforma della giustizia civile, potrà essere riavviato quel processo di efficientamento delle esecuzioni che aveva portato negli anni antecedenti alla pandemia ad una significativa riduzione dei tempi medi di durata delle procedure”.

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