State of European Tech 2020 – Startup italiane influenzate dal ciclone Covid, ma meno dei vicini europei

L’ecosistema tech europeo ha beneficiato in modo tangibile della transizione al digitale causata dal Covid-19, con finanziamenti privati che si avvicinano al nuovo record di 41 miliardi di dollari e 18 aziende che hanno raggiunto una quotazione superiore al miliardo di dollari, come indicato dal report annuale The State of European Tech pubblicato dalla società di venture capital Atomico, in collaborazione con Orrick, Slush e la Silicon Valley Bank. L’Italia ha subito gli effetti della pandemia, con i finanziamenti provenienti da Venture Capital in calo del 22%, da un record di 450 milioni di euro nel 2019 a 400 milioni di euro nel 2020. Contemporaneamente i finanziamenti sono però diminuiti anche in Germania, Regno Unito e, soprattutto, in Spagna e Portogallo, con rispettivi crolli del 56% e del 70%.

Guardando il lato positivo, l’Italia ha uno dei migliori risultati in termini di diversità di genere e inclusione nel settore tech, con “solo” il 79% del business in mano a team maschili (rispetto alla media continentale del 90,8%). L’Italia inoltre è la terza principale fonte di talenti nel campo dell’Intelligenza Artificiale (ne fornisce il 12%).

Più in generale, il rapporto ha rilevato come gli investitori istituzionali, quali fondi pensione, compagnie assicurative, fondi di fondi, fondi europei e globali, riversino oggi il triplo delle risorse nell’industria tecnologica europea rispetto a cinque anni fa, mostrando un concreto, consistente e crescente stanziamento al venture capital europeo.

Nel settore tecnologico europeo stiamo assistendo ad una crescente interazione tra capitale di rischio, private equity e mercati finanziari, che crea maggiori opportunità di fusione e acquisizione, una forte pipeline di futuri candidati a IPO e figure esperte su cui contare per costruire una nuova generazione di aziende. Per accelerare questo circolo virtuoso, l’Europa ha bisogno che le sue principali società tecnologiche individuino sempre più percorsi di accesso alla liquidità in un modo che avvantaggi l’Europa e, al contempo, trattenendo i propri ambiti talenti“, ha affermato Tom Wehmeier, partner di Atomico e coautore del rapporto. “Sbloccare e trattenere valore nelle aziende tecnologiche europee sosterrà la crescita economica locale e garantirà la competitività dell’ecosistema tech sulla scena globale. È un fenomeno che sta già avvenendo e sono convinto che vedremo il processo accelerare; gli imprenditori europei non hanno mai creduto in modo più concreto alla possibilità di costruire importanti aziende, di livello mondiale, in Europa.”

 

Il rapporto delinea 4 tendenze chiave nel settore tech italiano:

  • Il settore tecnologico europeo ha registrato livelli record di investimenti, anche da parte di investitori statunitensi, ma gli investimenti in Italia sono diminuiti
    • Il 2020 è sulla buona strada per stabilire un nuovo record di 41 miliardi di dollari investiti nella tecnologia europea, trainati dai mega round (Fonte: Dealroom)
    • Gli investimenti in Italia sono diminuiti del 22%, da un record di 450 milioni di euro nel 2019 a 400 milioni nel 2020 (Fonte: Dealroom)
    • Gli investimenti provenienti dagli USA sono stati più forti che mai ed il 19% di round includeva la partecipazione di almeno un investitore statunitense, rispetto al 16% nel 2019
    • In Europa ci sono 115 società sostenute da venture capital per un valore superiore al miliardo di dollari, rispetto a 46 nel 2016. Hopin ha stabilito il record dell’azienda europea più veloce di sempre a raggiungere una valutazione di un miliardo di dollari: 17 mesi dalla fondazione (Fonte: Dealroom)
    • Il valore d’impresa totale stimato delle società tecnologiche europee fondate dopo il 2000, quotate e non quotate in borsa, è salito a quasi mille miliardi di dollari (960 miliardi di dollari), con un aumento quintuplicato rispetto ai 191 miliardi di dollari del 2016. L’Italia è all’undicesimo posto per presenza in borsa nel settore tecnologico (13 milioni di dollari), guidato in gran parte da Nexi, quotato in borsa nel 2019 (ora valutato a 9,7 miliardi di dollari) (Fonte: Dealroom)
  • Ci sono segnali positivi per l’ecosistema tech italiano, guidato da un forte pool di talenti tecnici
    • L’Italia ha una delle cifre più basse per il capitale investito pro-capite cumulativo in Europa tra il 2016 e il 2020, con 36 dollari, rispetto alla media europea di 172 dollari. Il capitale investito, tuttavia, è fluttuante di anno in anno poiché il Paese ha ben poche scaleup per poter attrarre in modo consistente elevate somme di investimento, diversamente da quanto accade in altri paesi (Fonte: Dealroom)
    • Dal 2016 ci sono state 22 IPO tecnologiche inferiori al miliardo di dollari in Italia, il terzo numero più significativo in Europa. La quotazione in borsa è una via percorribile per le startup per raccogliere capitali in assenza di un mercato di venture capital ben sviluppato (Fonte: Borsa di Londra, S&P Capital IQ)
    • La tecnologia gioca un ruolo importante come motore del mercato del lavoro. L’Italia è al terzo posto in Europa, dietro a Spagna e Portogallo, per numero di annunci di lavoro per milione (Fonte: Indeed)
    • L’Italia è la terza fonte di talenti europei nel campo della ricerca sull’Intelligenza Artificiale con un valore del 12% (Fonte: Marco Polo)
  • Il movimento Black Lives Matter ha messo in luce la scarsa diversità etnica in Europa, mentre i progressi sulla diversità di genere si sono bloccati
    • Sebbene la maggior parte degli imprenditori dichiari di aver trovato più difficile raccogliere finanziamenti quest’anno, si registra un aggravamento del dato su base etnica, con il 61% per neri / africani /caraibici, il 67% per etnia mista, il 69% per ispanici/latini, il 58% per asiatici e il 56% mediorientali/nordafricani, contro il 55% per bianchi. In particolare, nessun imprenditore nero/africano/caraibico ha riscontrato una maggior facilità nel trovare finanziamenti nel 2020. (Fonte: sondaggio)
    • I progressi in tema gender sono rimasti stagnanti dal 2018, con il 90,8% di capitale a team di soli uomini, rispetto al 90,3% del 2019. Nessun accordo superiore ai 50 milioni di dollari è stato raccolto nel 2020 da un team composto da sole donne (Fonte: Dealroom)
  • L’attenzione dei cittadini e dei politici sul cambiamento climatico ha ulteriormente accelerato il ruolo del purpose come elemento di differenziazione per la tecnologia europea
    • Si prevede che il capitale totale investito in società tecnologiche purpose-driven supererà i 6 miliardi di dollari nel 2020 (Fonte: Dealroom)
    • Gli investimenti nelle startup europee orientate al clima sono aumentati vertiginosamente. Negli ultimi cinque anni oltre 11 miliardi di dollari sono stati investiti in società tecnologiche europee che mirano a combattere i cambiamenti climatici (SDG # 13) e 9,7 miliardi di dollari in aziende che si occupano di energia pulita e accessibile (SDG # 7)
    • Il Green Deal della Commissione Europea è stato un obiettivo chiave del 2020 e ha il potenziale per essere un importante catalizzatore per le aziende europee che si occupano questioni climatiche (Fonte: POLITICO)

 

“L’ecosistema tecnologico ha resistito molto bene in questo anno di crisi e senza dubbio guiderà la ripresa dell’Europa”, ha affermato Chris Grew, partner londinese di Orrick. “Il 2020 ha anche messo in luce il ruolo fondamentale di leadership che l’ecosistema tecnologico può svolgere nella società, abbracciando pienamente i principi ESG (Environmental, Social and Governance) – e anche questo deve essere un aspetto su cui puntare”.

 

Miika Huttunen, CEO di Slush: “Quest’anno si preannuncia come la prova definitiva della nostra resistenza come individui e della resilienza dell’ecosistema in cui lavoriamo. Nonostante la crisi, l’Europa sta per registrare il secondo miglior anno di sempre in termini di capitale investito. Sebbene la pandemia non sia finita ed alcune inefficienze frenino ancora il nostro ecosistema, abbiamo le basi per fare del 2021 un anno eccellente per la tecnologia europea. In tutto questo, noi a Slush siamo più ispirati che mai dalla nostra missione: aiutare e creare finanziatori che cambino il mondo. Questo è davvero il momento migliore per essere un finanziatore; per abbracciare coraggiosamente l’incertezza, per cercare modelli in quello che sembra il caos e per costruire senza paura tecnologie che renderanno la “nuova normalità” una normalità migliore.”

 

Erin Platts, responsabile EMEA e presidente del ramo UK della Silicon Valley Bank: “È chiaro che l’Europa continua ad essere leader globale nella tecnologia con un forte ecosistema che supporta la creazione, la crescita e la maturazione di aziende innovative. Ciò si riflette nel rapporto sullo stato della tecnologia europea di Atomico, in cui vediamo i livelli degli investimenti globali, e interni, nelle società europee di innovazione alla pari di quelli del 2019, che si era rivelato un anno record. Come membri dell’ecosistema, abbiamo un ruolo incredibilmente importante da svolgere nel contribuire e guidare la futura ripresa economica in un mondo post-COVID-19. L’Europa sta costruendo aziende leader di livello globale e sono molto ottimista e fiducioso che il settore europeo dell’innovazione continuerà a essere attrattivo per gli investimenti per il resto del 2020 e oltre. Alla Silicon Valley Bank siamo orgogliosi di essere un partner di Atomico nel mostrare e celebrare il successo del fiorente settore dell’innovazione in Europa. Collettivamente, possiamo continuare a guidare la crescita, le fasi di cambiamento, l’inclusione e l’innovazione, con l’obiettivo di rendere l’Europa l’ecosistema dell’innovazione numero uno a livello globale”.

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