Abruzzo, specie protette e nuove piste da sci: Ovindoli al consiglio di stato

Roma, 2 luglio 2022

«Nessun rischio per vipera e orso marsicano: il Comune da sempre è strenuo difensore delle specie protette del territorio». Angelo Ciminelli, sindaco di Ovindoli a poche ore dalla notifica dell’appello al Consiglio Stato inviata dai legali dello studio Tonucci & Partners, è pronto a difendere le scelte fatte in passato.

La vicenda nata nel 2020 con il ricorso al Tar Abruzzo depositato dalle associazioni ambientaliste Salviamo l’orsoLipu, Mountain Wilderness, Cai e Stazione ornitologica abruzzese si era risolta con la sentenza del 3 gennaio scorso che annullava il provvedimento per l’ampliamento del comprensorio sciistico di Ovindoli.

Secondo gli ambientalisti, la costruzione delle nuove piste avrebbe messo a rischio oltre dieci ettari di habitat delle specie presenti nella prateria.

Il progetto, finanziato nel 2018 nell’ambito del programma Masterplan, ambiva a creare un ampliamento dell’aera sciistica esistente di Ovindoli.

Le associazioni ambientaliste sono riuscite a far annullare le autorizzazioni concesse da Regione Abruzzo e Comune di Ovindoli per la realizzazione di nuovi impianti, in ragione di dichiarati rischi per specie protette come la vipera ursinii  e il potenziale pregiudizio per l’habitat dell’orso marsicano, considerando che il tracciato delle nuove piste insiste, in misura limitata, sulla Zps – Zona protezione speciale – coincidente con il Parco Sirente Velino.

Tonucci & Partners, con il partner amministrativo Piergiuseppe Venturella e il coordinamento degli avvocati Giorgio Altieri e Gianluca Bocchino, sollecita la rivalutazione della decisione del Tar “alla ricerca di un equilibrio corretto tra tutela dell’ambiente e lo sviluppo delle attività turistiche e sportive, tenuto anche conto della risalente e pluriennale programmazione territoriale della Regione e del Piano speciale territoriale dei Bacini sciistici in particolare per il comprensorio “Ovindoli Monte Magnola”, risalente al 2008”.

Tra i punti della sentenza del Tar impugnati dai difensori di Ovindoli, comparivano anche il mancato coinvolgimento nella procedura dei carabinieri-forestali che gestiscono la riserva orientata di Monte Velino e l’incompetenza del funzionario del Comune firmatario del parere di Valutazione di incidenza ambientale.

«È stato fatto un percorso molto attento e condiviso con le comunità locali dell’intero altopiano delle Rocche, con le autorità preposte alla tutela dei vincoli e di vigilanza e con l’Ente parco Sirente-Velino», conclude Ciminelli: «La realizzazione di impianti sciistici aggiuntivi alla stazione abruzzese era stata programmata in stretta collaborazione».

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