Milano, 10 dicembre 2020. Lo studio legale Dentons lancia un tracker tool digitale sulle regole di controllo degli investimenti diretti esteri che vengono applicate in diversi Stati membri dell’UE, negli Stati Uniti e in Canada.
Il Foreign Direct Investment Global Tracker fornisce una panoramica comparativa sulle regole in vigore in 8 giurisdizioni, illustrando gli ambiti di applicazione dei controlli, quando una notifica è obbligatoria e quando è volontaria, i periodi di revisione pertinenti, eventuali sanzioni e altre implicazioni operative per le operazioni di Merger & Acquisition.
“I Governi di tutto il mondo stanno prestando sempre maggiore attenzione ai potenziali rischi per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico economico associati agli investimenti esteri. La pandemia COVID-19 ha accelerato il processo di affinamento ed attuazione del Golden Power e di tutte le norme e dei regimi di controllo preventivo – commenta Michele Carpagnano, responsabile della practice italiana di Competition and Antitrust di Dentons-. Sebbene vi siano delle somiglianze tra i singoli regimi di controllo degli IDE, non esiste un’unica normativa di riferimento. Anche all’interno dell’Unione Europea, dove a partire dall’11 ottobre 2020 si applica un nuovo quadro normativo europeo per il controllo sugli investimenti esteri diretti, ci sono differenze significative tra i vari Paesi. Conoscere in dettaglio le specificità delle singole disposizioni rispetto agli asset o alle partecipazioni oggetto di acquisizione, controllare e coordinare la tempistica effettiva dei procedimenti e saper gestire le diverse sensibilità degli organi di controllo sono elementi chiave per la buona riuscita delle operazioni di investimento a livello nazionale e globale”.
Ai fini del controllo degli investimenti esteri, alcune giurisdizioni distinguono, infatti, da un lato tra investitori dell’UE, dello Spazio economico europeo SEE, dell’Associazione europea di libero scambio EFTA e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OCSE e, dall’altro, tra investitori stranieri extra UE.
“Il regolamento UE IDE non stabilisce un meccanismo di screening obbligatorio a livello UE, ma una forma di cooperazione tra la Commissione Europea e gli Stati membri. Gli Stati membri rimangono gli unici responsabili della protezione dei loro interessi essenziali in materia di sicurezza e hanno l’ultima parola sul controllo degli investimenti dall’estero. Tuttavia, il meccanismo di cooperazione aggiunge un altro livello di complessità e di tempo supplementare sul controllo”, conclude Michele Carpagnano.
Utilizzando il tool – in costante aggiornamento e consultabile gratuitamente all’indirizzo https://publisher.dentons.com/experience/fdi-comparison-tracker – è possibile entrare in contatto con i professionisti di Dentons per ciascun Paese per valutare l’impatto dei regimi di controllo degli IDE su potenziali investimenti o acquisizioni e affidare la gestione dell’intero procedimento di compliance a livello di singola giurisdizione o a livello globale nel caso di operazioni multi-giurisdizionali.