dello Studio Legale Toffoletto, su cosa l’abbia spinto a iscriversi a Giurisprudenza.
“Ho fatto l’Avvocato perché mio padre aveva uno Studio legale. In realtà quando avevo dieci anni volevo
fare l’architetto e poi il genetista, cioè studiare genetica. Ma mio papà il 1° ottobre 1975 mi ha fatto fare il
contabile in Studio, e lì ho cominciato a vedere come andavano le cose, così mi sono iscritto a
Giurisprudenza e ho fatto l’Avvocato.”
“A me è piaciuto molto fare il libero professionista, l’Avvocato. L’ho fatto a modo mio, ho avuto la
possibilità di prendere delle decisioni, certe volte delle decisioni molto difficili, importanti. Ho gestito un
cambiamento significativo e quindi sono molto soddisfatto di quello che ho fatto.”
“In questo momento è molto difficile sapere dove andrà la professione. – spiega l’Avvocato Toffoletto –
Sicuramente ci sono in atto dei cambiamenti molto complessi. Spesso i ragazzi mi chiedono consigli su cosa
fare e dove andare. E’ difficile sapere se la professione di domani sarà come quella di oggi, probabilmente
no. Ma è un bel mestiere. Nel senso che mi è sempre piaciuto farlo, ho incontrato molta gente molto
importante nella mia vita, ho imparato tanto, dagli anziani, da quelli che erano coetanei di mio papà, ho
visto quali sono stati i grandi Avvocati italiani, dei personaggi significativi da cui si imparava non soltanto il
Diritto ma anche la cultura della vita e la cultura della conoscenza. Sono stato fortunato a trovarmi in
questa situazione e a fare questo mestiere. E’ una professione che richiede tanta passione e tanto impegno
ma che dà anche molto. Quindi sicuramente se tornassi indietro e potessi scegliere, la rifarei. Per fortuna,
non ho seguito quelli che forse in quel momento erano degli hobbies, più che l’idea di una professione.”
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