«L’eredità di Tangentopoli». Il pamphlet di Antonio Bana sui crimini dei colletti bianchi

«L’eredità di Tangentopoli. La trasformazione delle sanzioni nei confronti del crimine dei “colletti bianchi”» è il titolo dell’ultimo volume scritto da Antonio Bana (Partner Studio Bana) e pubblicato da ASLA (Associazione Studi Legali Associati) e The Skill Press (casa editrice del Gruppo The Skill). Il pamphlet riavvolge il filo rosso che parte da Cesare Lombroso e le sue teorie ottocentesche sul “brigantaggio bancario” e, passando per Edwin Sutherland, criminologo padre dell’espressione “white collars”, arriva fino ai giorni nostri. Oggi la criminalità economica – intesa come relazioni tra criminalità organizzata ed economia – è oggetto di studi, dossier e indagini transnazionali.

Con prestigiosa introduzione della Professoressa Isabella Merzagora, psicologa e docente di Criminologia all’Università degli Studi di Milano, la pubblicazione – inserita nell’ambito dei Quaderni di Storia legale di Asla – alza il velo sulla diffusione, sulla portata e sulla “zona grigia” intorno a questi crimini – riciclaggio, frodi in ambito europeo, corruzione, aggiotaggio – e sulle più aggiornate misure preventive e sanzionatorie, a distanza di trenta anni da Mani Pulite.

Il libro ricostruisce l’evoluzione delle leggi e della giurisprudenza dopo il terremoto di Tangentopoli, stagione particolarmente complessa e travagliata che l’autore e penalista milanese visse da «giovane di Studio», aiutando alla preparazione dei più complessi casi al fianco dei due maestri Giovanni e Giuseppe Bana. Due le novità più importanti. I poteri attribuiti all’Anac, l’Autorità Nazionale Anti-corruzione, di proporre per fatti gravi la sostituzione degli organi societari o addirittura la temporanea gestione straordinaria diretta dell’impresa. E sul piano della prevenzione, gli obblighi imposti sulla responsabilità giuridica dell’ente dalla Legge 231/01 che estende loro la responsabilità amministrativa: mappatura dei rischi, protocolli preventivi, organismo di vigilanza, whistleblowing. Una serie di “red flags” allo sventolare dei quali l’azienda deve reagire.

Il lavoro svolto nel pamphlet non tralascia di argomentare sulla questione di assoluta rilevanza in merito alle misure alternative alla detenzione indirizzate “verso la criminalità medio-piccola dell’emarginato sociale”.

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