In condominio ogni decisione pesa: nel nuovo anno la prudenza sarà il miglior strumento per evitare conflitti.

Chi vive in condominio sa che i lavori non sono mai semplici. Dalla sostituzione del portone alla ristrutturazione della facciata, ogni intervento richiede autorizzazioni, maggioranze e molta pazienza. Il 2026 porta però un cambiamento importante: una nuova norma che rende più rigida la procedura per l’avvio dei lavori, con possibili complicazioni per proprietari e amministratori.
Il primo punto da capire riguarda il silenzio-assenso. Finora, quando venivano convocati lavori urgenti o straordinari, l’assenza di un’opposizione formale poteva bastare a procedere. La nuova norma restringe questa possibilità: per alcuni interventi sarà necessario un consenso esplicito dei proprietari, non più implicito. Questo significa che ottenere le autorizzazioni richiederà più tempo.
Il secondo elemento riguarda la responsabilità dell’amministratore. Dal prossimo anno dovrà garantire che ogni comunicazione sia inviata con mezzi tracciabili e verificabili, altrimenti la delibera potrebbe essere impugnata. Una semplice informativa nella bacheca condominiale non sarà più sufficiente.
Cambia anche la gestione delle minoranze. La nuova normativa rafforza il diritto dei condòmini contrari ai lavori di chiedere chiarimenti, documenti e preventivi prima della delibera. Se queste informazioni non vengono fornite in modo completo, l’assemblea può essere considerata invalida. È un cambiamento che tutela i proprietari, ma complica la procedura.
Lavori nelle aree comuni e non solo: tutte le modifiche
Un altro punto riguarda l’impatto dei lavori sulle aree comuni. Per interventi che modificano l’uso o l’aspetto delle parti condivise sarà necessaria una maggioranza più alta. La legge vuole evitare modifiche invasive o poco condivise, ma nella pratica potrebbe rallentare molti progetti di ristrutturazione.

La norma interviene anche sulle responsabilità economiche. I proprietari dovranno essere informati in modo più chiaro sui costi previsti e sulle modalità di ripartizione. Un errore nella comunicazione o un’informazione incompleta può aprire la strada a impugnazioni e contestazioni.
Attenzione poi ai tempi. La nuova disciplina prevede scadenze più strette per la presentazione di eventuali ricorsi. Chi non è d’accordo con i lavori dovrà agire rapidamente, altrimenti perderà la possibilità di contestare la delibera. È un aspetto che molti rischiano di sottovalutare.
La buona notizia è che la normativa introduce anche maggiori tutele per chi subisce danni durante i lavori. Impalcature, materiali e interventi mal gestiti saranno sotto responsabilità più diretta delle imprese e dell’amministratore. Questo dovrebbe ridurre i contenziosi sulle infiltrazioni o sulle lesioni delle parti comuni.
Il consiglio è prepararsi con un po’ di anticipo. Parlare con l’amministratore, analizzare i documenti e verificare preventivi e modalità operative può evitare problemi successivi. I lavori in condominio non saranno mai semplici, ma nel 2026 saranno più regolamentati e richiederanno una partecipazione attiva.





