I seminari di CBA Studio Legale sul valore della continuità d’impresa oggi tra difficoltà economiche e incertezza sul futuro: profili fiscali e di governance, sfide digitali, scelte etiche ed ecosostenibili

Per le imprese non è un momento facile. Le conseguenze economiche della pandemia e della guerra in Ucraina – aumento dei tassi d’interesse, dei costi dell’energia e dell’inflazione – hanno moltiplicato l’incertezza sul futuro. La capacità di resilienza delle aziende, la loro abilità a reagire a fenomeni avversi senza assumere rischi eccessivi e responsabilità non ponderate, sono messe a dura prova. Si tratta di esistere, competere e cooperare in un mercato complesso. Ma come? A tracciare la rotta del prossimo futuro – tra nuove norme, governance, profili fiscali e ambientali – è il ciclo di incontri che CBA Studio Legale ha tenuto con il mondo dell’imprenditoria tra Milano e Roma. Con un focus: la continuità dell’impresa, che crea valore ma va gestita con lungimiranza bilanciando i diritti di tutti gli stakeholders.

La continuità dell’impresa, intesa come diritto e dovere, va esaminata con approccio interdisciplinare per fornire un ampio spettro di strumenti in grado di garantire la presenza su mercati in rapido cambiamento. Stefano Crisci, avvocato e professore di “Market Regulation” nel corso di Advanced Economics all’università La Sapienza, ha analizzato l’evoluzione del “Business Judgement Rule(BJR)” – il principio di insindacabilità della gestione da parte degli amministratori, le cui decisioni non possono costituire fonte di responsabilità contrattuale nei confronti della società – rispetto ai nuovi assetti organizzativi del mondo digitalizzato. In sostanza, elementi quali Blockchain, Machine Learning, Big Data, IA, Cyber Security, Metaverso e Multiverso incidono sempre piùsignificativamente sulle scelte gestionali e quindi sulla continuità aziendale.

Andrea Azzaro avvocato e docente di Diritto Privato all’Università di Roma San Raffaele, ha approfondito la svolta culturale voluta dal nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza che spinge gli imprenditori a favorire l’emersione tempestiva della crisi (c.d. early warning). L’obiettivo è assicurare la continuità aziendale garantendo la “risanabilità dell’impresa in crisi”. In un contesto di pre-insolvenza la continuità aziendale, lungi dal creare valore, spesso aggrava il dissesto, producendo danno alla società ed ai creditori. E il legislatore, con l’art. 3  del CCII, è intervenuto sugli assetti organizzativi, amministrativi e contabili.

In questa fase di incertezza assumono diverso rilievo e considerazione i trasferimenti d’impresa, fondamentale risulta il profilo fiscale. Per Stefano Petrecca, avvocato e docente di Diritto Tributario all’Università Internazionale Uninettuno, il legislatore favorisce questo aspetto consentendo i passaggi generazionali – mediante valorizzazione dell’azienda e previo consenso degli altri coeredi- con il passaggio delle redini ad uno solo di essi.  Purché il trasferimento duri almeno un quinquennio, non si paga imposta di donazione e successione se fatto in continuità, sia post che ante mortem dell’avente titolo. Anche i passaggi esterni sono agevolati con riduzioni del carico fiscale. Mentre la costituzione di un trust va valutata con attenzione.

Il focus, insomma, si concentra oltre che sulla continuità anche sulla “sostenibilità” aziendale come capacità di adeguarsi alle nuove richieste e regole che la società pone. Avvisa l’avvocato Nicola Canessa: per evitare sanzioni all’imprenditore non basta più conformarsi alle leggi, è obbligato ad anticipare il futuro in un’ottica di “etica delle conseguenze” e ad agire per prevenire scenari possibili, derivanti da proprie azioni od omissioni.

In che modo? Spostare i processi produttivi verso modelli ecologicamente sostenibili è il “mantra”, mentre la riduzione dell’inquinamento e il miglior uso delle risorse sono i driver di oggi e domani. L’avvocato Giorgio Iacobone suggerisce di inserire un nuovo tema nel modello di business: la valutazione ESG. Accanto a pianificazione fiscale, tax compliance e rendicontazione non finanziaria, bisognerà programmare un elevato grado di responsabilità sociale. Da questa prospettiva la continuità aziendale è vista in relazione al ruolo sociale che l’impresa ha e che aumenterà con declinazioni sempre più nuove. Così lo sviluppo delle società benefit si accompagnerà al sostegno ad enti con finalità sociali, ambientali, culturali.

In conclusione, la continuità aziendale dipenderà sempre più dall’adattabilità ai cambiamenti indotti da tecnologia e globalizzazione. La costante evoluzione di regolamenti e processi organizzativi formerà il substrato operativo dell’impresa in un quadro regolativo che premia l’etica e la salvaguardia del pianeta.

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