Bonus casa 2026: cosa resta davvero e cosa potrebbe sparire

Nel 2026 i bonus casa cambiano ritmo. Meno fuochi d’artificio, più certezze: un nuovo modo di immaginare i lavori senza rincorrere percentuali irrealistiche.

Ogni fine anno porta con sé lo stesso dubbio: quali bonus casa sopravvivranno alla nuova manovra e quali saranno ridimensionati? Il 2026 non fa eccezione. Tra conferme, tagli annunciati e ipotesi ancora in discussione, chi deve ristrutturare o progettare lavori si trova nel solito limbo. Per orientarsi serve un approccio semplice: capire quali misure sono sicure, quali sono in bilico e quali cambieranno forma.

Il governo ha scelto una linea più prudente rispetto agli anni del boom degli incentivi. Il risultato è un quadro più contenuto ma anche più stabile, pensato per sostenere le ristrutturazioni senza replicare i costi del passato.

I bonus che resteranno anche nel 2026

La buona notizia è che alcuni incentivi non sono mai stati in discussione. Il bonus ristrutturazioni al 50% dovrebbe essere la colonna portante anche nel 2026, perché è la misura più utilizzata e la meno costosa per lo Stato. Anche l’Ecobonus tradizionale, con percentuali variabili dal 50 al 65%, resta in vita senza scossoni: infissi, caldaie a condensazione, coibentazioni leggere continueranno a essere incentivati.

C’è poi il bonus barriere architettoniche, che negli ultimi anni ha preso slancio. Nel 2026 conserverà la struttura attuale ma con controlli più rigidi e costi ammissibili più definiti. Non sparisce, ma diventa un po’ più sobrio rispetto alle prime versioni.

Il Superbonus è diventato un simbolo, nel bene e nel male. Nel 2026 la sua versione “ridotta”, già oggi limitata ai condomìni e ai redditi più bassi, sarà ulteriormente contenuta. Spariscono le percentuali elevate, restano invece aliquote più basse e circoscritte. Per molti cittadini non sarà più un motore di ristrutturazione totale, ma una possibilità aggiuntiva da valutare caso per caso.

Il filo conduttore è chiaro: meno spesa pubblica e più selettività. Chi sperava in un ritorno ai tempi del 110% dovrà fare i conti con un modello molto più prudente. E per molti interventi tornerà centrale il semplice bonus al 50%, che nel tempo ha sempre garantito una base sicura e prevedibile.

Cosa cambia davvero nel 2026

La vera novità del 2026 riguarda i criteri di accesso. Ogni bonus sarà accompagnato da regole più chiare sui documenti, sui massimali e sulla tracciabilità delle spese. L’obiettivo è evitare abusi e rendere l’intero sistema più digeribile, anche per chi non vive di norme tecniche. Per chi deve affrontare un lavoro in casa, questo significa una cosa sola: meno incertezza e più passaggi standardizzati.

Le piattaforme digitali giocate un ruolo maggiore, perché il governo punta a uniformare ciò che oggi è disperso tra Comuni, regioni e uffici tecnici. Non è un cambiamento immediato, ma il 2026 potrebbe essere l’anno in cui le procedure diventano finalmente più snelle.

Il messaggio di fondo è semplice: i bonus casa non spariscono, ma cambiano volto. Meno generosità, più ordine. Per chi deve ristrutturare la casa, il 2026 non sarà un anno di miracoli fiscali, ma potrebbe diventare un anno finalmente prevedibile, dove sapere prima cosa si può fare e cosa no è già metà del lavoro.