Proprietà Intellettuale costituisce uno strumento per la protezione delle Nuove Tecnologie, dall’altro le
Nuove Tecnologie rappresentano un mezzo per accrescere la tutela e lo sfruttamento dei beni di Proprietà
Intellettuale.
Nel concreto, prendiamo ad esempio la Blockchain: la tecnologia ad essa sottostante è un software/ una
pluralità di software; e come tale è un bene che è protetto dal Diritto d’autore ma che, a certe condizioni,
può costituire anche oggetto di brevettazione. Sebbene infatti le più diffuse implementazioni della
Blockchain siano basate su un software open source – si pensi ad esempio a Bitcoin, Ethereum o
Hyperledger – tuttavia numerose implementazioni e funzionalità della Blockchain sono state brevettate.
Si è parlato di una vera e propria corsa al brevetto che è partita nel 2013 e che ha visto partecipare
numerosi colossi, anche del settore finanziario.
Dall’altra parte, le Nuove Tecnologie offrono nuovi spunti, nuovi scenari per i titolari dei diritti di Proprietà
Intellettuale; e questo perché innanzitutto la Blockchain, con la sua capacità di attribuire una data certa
immutabile al contenuto digitale in essa riversato, costituisce un validissimo strumento per ottenere la
prova dell’esistenza e della data di creazione di quei diritti di Proprietà Intellettuale non registrati, quali, ad
esempio, il Diritto d’autore o il Know How.
E ancora, essendo la Blockchain un registro digitale distribuito può costituire un valido strumento per
aumentare l’efficacia della gestione dei Marchi e dei Brevetti. Questo particolare rapporto che lega la
Proprietà Intellettuale alle Nuove Tecnologie mi ha affascinato fin da quando mi sono avvicinata a questa
materia; ed infatti, nell’ormai lontano 1997, scelsi come argomento della tesi del Master che stavo
frequentando, le tematiche relative alla circolazione in Internet delle opere protette dal Diritto d’autore.