mediante collaborazioni esterne, è indispensabile una qualità che, credo, sia fondamentale nella vita: l’umiltà.
L’umiltà è fondamentale perché nel momento in cui un giovane si avvia, si affaccia, al mondo della professione
e, quindi, non ha naturalmente maturato l’esperienza adeguata, è necessario che si ponga in una dimensione il
più possibile libera da fatue ambizioni iniziali e momentanee, ma deve avere l’unico obiettivo di imparare.
Insegnando anche all’Università, so bene che quanto viene appreso e quanto viene trasmesso mediante
l’insegnamento universitario rappresenta unicamente il presupposto per poter poi esercitare in modo
compiuto e proficuo l’attività professionale. Quindi, l’umiltà rappresenta la base.
All’umiltà, naturalmente, si deve associare una predisposizione mentale all’apprendimento ed una buona
preparazione di base. Questo è un punto critico perché, come dicevo, oggi, nell’ambito universitario – che ben
conosco – l’apprendimento rappresenta una questione estremamente complessa e problematica; arrivano, di
anno in anno, sempre nuove matricole iscritte a Giurisprudenza che, pervenendo dalle scuole superiori, spesso
presentano difficoltà e lacune culturali, anche macroscopiche. Tali difficoltà arrivano anche alla semplice
capacità di comprensione di un testo.
Poiché la comprensione di un testo universitario implica un esercizio intellettivo faticoso e costante, è
inevitabile che queste difficoltà debbano essere assolutamente superate, al fine di poter acquisire quegli
elementi e quelle conoscenze tecniche di base che rappresentano, soltanto, il punto di inizio per poter, poi,
imparare ed avviarsi in questa difficile professione, che, peraltro, sta diventando sempre più complessa.