STUDIO VERNA – IL NUOVO CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA E DELL’INSOLVENZA Dott. Marco Rubino, Dottore Commercialista Socio Studio Verna

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Lo scorso 14 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza
che andrà a sostituire l’attuale legge fallimentare. In realtà, la sostituzione non sarà immediata perché le
norme che riguardano le procedure concorsuali entreranno in vigore solamente il 16 agosto del 2020;
quindi tra 16 mesi. Non solamente, ma le nuove norme del Codice si applicheranno alle procedure che
partiranno da tale data. Mentre invece le procedure di fallimento di concordato preventivo attualmente
pendenti e quelle che verranno dichiarate da qui fino al 16 agosto, verranno disciplinate ancora dalla
vecchia legge fallimentare.

Quindi avremo un periodo di tempo in cui coesisteranno istituti regolati dalla vecchia legge fallimentare e
nuovi istituti regolati dal Codice della crisi.
Aldilà di questo tuttavia, è indubbio che ci troviamo di fronte a una riforma epocale, la seconda negli ultimi
20 anni. La prima riforma era la riforma delle procedure concorsuali del 2006. Se volessimo sintetizzare in
una battuta, la differenza tra la riforma del 2006 all’attuale riforma, potremmo dire che consista nel fatto
che si è passati dalla cura, alla prevenzione.
La riforma del 2006 era infatti incentrata sugli strumenti alternativi al fallimento per la risoluzione della crisi
di impresa; quindi sul concordato preventivo e sugli accordi di ristrutturazione dei debiti, sui piani intestati
di risanamento che tuttavia però intervenivano in un momento in cui la crisi era già arrivata allo scoperto.
Il nuovo Codice della crisi invece tenta di risolvere la questione prima; cioè tenta di prevenire l’insorgenza
della crisi. E lo fa attraverso un insieme di istituti finalizzati proprio a far emergere per tempo quelli che
possono essere gli indici di una crisi prospiciente. E per farlo, coinvolge una serie di soggetti, soggetti
esterni all’impresa che possono essere appunto l’Agenzia delle Entrate piuttosto che l’Inps, oppure soggetti
interni all’impresa come Amministratori ed Organi di controllo. Ecco, proprio il coinvolgimento di questi
ultimi soggetti importerà necessariamente un cambio di mentalità imprenditoriale; quindi non sarà più
permesso alle imprese di -come dire- “navigare a vista” ma dovranno, invece, dotarsi di strumenti di
programmazione e controllo, come budget e cash flow per tenere monitorato il loro andamento economico
ed il loro equilibrio finanziario.

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