è una delle capitali finanziarie del mondo, e c’è una community italiana che lavora a Londra vastissima con
grandi interessi in Italia. Queste ricadute sono accentuate dal fatto che in questo momento non c’è uno
scenario di Brexit, dopo i famigerati voti del Parlamento inglese. Per cui, abbiamo uno scenario non chiaro e
la non chiarezza è uno degli elementi che più spaventa gli operatori finanziari e tutti i soggetti che operano
nei mercati regolamentati. Per cui, la somma dell’elemento importanza di Londra a livello europeo e
mondiale più l’incertezza di quelle che sono le regole che si applicheranno alla Brexit, sta creando non
pochi problemi a chi opera in modo transfrontaliero ma la maggior parte di questi operano cross border.
Basta solo pensare che tutta l’operatività nei mercati bancari, finanziari e assicurativi a livello UE si basa su
sistemi di notifiche automatiche a livello UE, per l’offerta di prodotti e servizi, nonché di autorizzazioni per
soggetti non UE. Nel caso di uscita senza Deal della UK dall’Unione Europea, salterebbero tutti i meccanismi
di passaporto e autorizzazioni per cui tutti i soggetti che si trovano ad operare in modo transfrontaliero
dovrebbero rivedere il loro campo di gioco, lo scenario in cui operano.
Senza pensare che a Londra vi sono tutte le Clearing House e i depositari centrali dei derivati europei, per
cui questo è un impatto enorme su tutti i contratti. Last but not least la Borsa italiana è un gruppo unico
con la Borsa di Londra e gli scenari di Brexit sono ancora da esplorare.
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