DENTONS: LA GLOBALIZZAZIONE ED IL RILIEVO DELLA COMPONENTE CINESE NEL MERCATO DEI SERVIZI LEGALI

“Il mercato legale, non solo in Italia, ha visto nell’ultimo decennio un’accelerazione
verso la globalizzazione, come è d’altronde successo in molti altri settori. – spiega
l’Avv. Federico Sutti, Managing Partner di Dentons – In Italia questo fenomeno si
sente, dal mio punto di vista, in maniera abbastanza rilevante”.
“Questo è dovuto a due fattori: il primo è che purtroppo in Italia mancano grandi
investitori istituzionali, quindi questi ultimi sono prevalentemente investitori
stranieri, industriali o istituzionali. Il secondo è dovuto al fatto che l’Italia ha poche
grandi aziende, molte di queste sono diventate straniere, quindi il centro decisionale
per la scelta dei Professionisti si è spesso spostato all’estero. Le grandi
multinazionali vedono il Professionista come un fornitore di servizi; quindi cercano
di fare efficienza e la migliore efficienza è quella di concentrare la loro scelta su un
numero limitato di Studi”.
“Si stanno formando sempre più Panel e questi vengono invitati prevalentemente i
grandi Studi internazionali, non necessariamente per motivi qualitativi, ma
prevalentemente perché danno una maggior copertura geografica. Quindi la scelta
di un solo Studio consente di coprire contemporaneamente un numero maggiore di
Paesi e questo fornisce una maggiore efficienza”.
“Quindi, in questo trend, la scelta di uno Studio internazionale era dal mio punto di
vista necessaria ed inevitabile. Se poi aggiungiamo la componente cinese, questo
rende la proposizione molto interessante per un semplice motivo: negli ultimi tre o
quattro anni, se tralasciamo gli investitori istituzionali, i grandi investitori industriali
in Europa sono stati prevalentemente, in Italia e Germania in particolare, gli
investitori cinesi. Questi stanno comprando tecnologia e quote di mercato. Questo
trend è destinato sicuramente a crescere per i prossimi 5 anni”.
“Quindi contiamo, con una presenza così capillare sul mercato cinese, di avere
accesso direttamente a questi grandi investitori. Mentre vediamo una riduzione
significativa del flusso al contrario, ovvero degli investimenti italiani verso la Cina,
flusso significativo fino a 10 o 15 anni fa, ma che oggi è diventato una componente
molto meno rilevante nel mercato”.

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